La lattoferrina è un agente naturale sicuro ed efficace per prevenire l’infezione da Covid-19 e per contrastarne il peggioramento, a dimostrarlo lo studio condotto dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Elena Campione, dell’Università Tor Vergata, in collaborazione con il gruppo di ricerca della Prof.ssa Piera Valenti dell’Università La Sapienza di Roma.
Questo studio ha avuto come intuizione iniziale quella di sfruttare l’immunità innata per accelerare le prime risposte immunitarie antivirali, derivata dall’osservazione che i bambini sono stati molto meno colpiti dall’infezione e comunque in maniera meno grave e spesso asintomatica.
Da questa osservazione all’idea di approfondire il coinvolgimento della lattoferrina nei meccanismi di difesa dall’attacco del coronavirus il passo è stato breve. Infatti, la lattoferrina, una glicoproteina multifunzionale, appartenente alla famiglia delle transferrine, con elevata capacità di legare lo ione ferrico, è da molto tempo nota per le sue molteplici proprietà, tra cui quella di protezione delle mucose dall’attacco di agenti patogeni, antivirale e antimicrobica, antiinfiammatoria e di regolazione dell’omeostasi del ferro.
Lo studio ha arruolato 32 pazienti con infezione da COVID-19, dei quali 22 avevano sintomi da lievi a moderati e 10 erano asintomatici. Parallelamente 32 volontari sani sono stati reclutati come gruppo di controllo. I pazienti sono stati trattati con 1 grammo (pari a 10 capsule) di lattoferrina al giorno per 30 giorni e sono stati valutati al basale (T0), dopo 15 giorni (T1) e dopo 30 giorni (T2). In aggiunta la lattoferrina è stata somministrata anche 3 volte al giorno per via intranasale.
I risultati hanno mostrato una negativizzazione del tampone naso-orofaringeo in 10 pazienti al tempo T1 e in tutti gli altri pazienti al tempo T2; tutti i pazienti hanno mostrato una clearance virale al tempo T2. Per quanto riguarda i risultati sulla sintomatologia, i sintomi più frequenti sono stati affaticamento, artralgia e tosse. Al tempo T1, 5 pazienti prima sintomatici sono diventati asintomatici, per un totale di 17 pazienti asintomatici e 15 sintomatici. Al tempo T2 altri 6 pazienti, precedentemente sintomatici al tempo T1, sono diventati asintomatici per un totale di 23 pazienti asintomatici e 9 pazienti sintomatici. In quest’ultimo gruppo, il sintomo più frequente era l’affaticamento (21,9%). Inoltre, il trattamento con lattoferrina ha indotto una riduzione statisticamente significativa dei livelli ematici di D-dimero, interleuchina-6 e ferritina.
Le analisi in vitro e in silico, tramite metodiche computazionali di docking proteina-proteina, hanno mostrato che la lattoferrina esercita attività antivirale sia tramite l’attacco diretto a particelle virali, sia tramite l’oscuramento di recettori cellulari. In particolare, è stato mostrato il riconoscimento diretto tra lattoferrina e glicoproteina virale “Spike S”, responsabile del legame ai recettori ACE2 della cellula ospite e della fusione con la membrana della cellula ospite, che determina l’ingresso del virus all’interno della cellula. In questo modo la lattoferrina impedisce il legame di “Spike S” al recettore ACE2 umano, bloccando di conseguenza l’ingresso del virus nelle cellule.
In conclusione, il trattamento con lattoferrina si è dimostrato un sicuro ed efficace approccio terapeutico per prevenire e trattare l’infezione da Covid-19.
Per approfondire:
Guarda il Video del TG Regione Lazio su uso Lattoferrina nel trattamento COVID-19
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